Le domus de janas diventano patrimonio culturale dell’umanità riconosciute dall’UNESCO.
Parigi, 12 luglio 2025 - Le domus de janas entrano a far parte del patrimonio dell’umanità. La decisione è stata ufficializzata oggi a Parigi, dove il Comitato UNESCO ha decretato l’iscrizione delle “case delle fate” nella Lista del Patrimonio Mondiale. L’atteso verdetto del Comitato porta a compimento un percorso iniziato nel 2018 che – su iniziativa del Centro Studi “Identità e Memoria” (Cesim) – ha coinvolto la Regione Sardegna, l’ufficio Unesco del Ministero della Cultura e numerosi comuni sardi, con Alghero capofila.
“L’ingresso delle domus de janas nella Lista del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO rappresenta un riconoscimento di straordinaria importanza per la Sardegna e per l’intera Italia – commenta la presidente della Regione Alessandra Todde –. Questo risultato è il frutto di un lavoro corale della Regione, del Ministero della Cultura, del Ministero degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale, della Rappresentanza italiana presso l’UNESCO, del Cesim e dei comuni sardi coinvolti. È un traguardo storico che rafforza il senso di appartenenza delle nostre comunità e apre nuove opportunità di crescita: dallo sviluppo di un turismo culturale sostenibile alla creazione di occupazione, fino alla valorizzazione dei territori più interni e delle giovani energie locali. Con la loro diffusione capillare e la ricchezza simbolica di molti siti decorati – prosegue la presidente Todde – le domus de janas testimoniano un’identità culturale profonda, oggi finalmente riconosciuta a livello internazionale”.
“Siamo molto soddisfatti perché l’inserimento delle domus de janas nelle liste del Patrimonio Mondiale UNESCO è il tassello conclusivo di un percorso che ha finalmente dato alla storia antica della Sardegna l’importanza che merita”. Lo afferma l’assessora regionale dei Beni Culturali, Ilaria Portas.
Le domus de janas, termine che in sardo significa “case delle fate”, sono tombe preistoriche ricavate nella roccia. Si tratta di manufatti che risalgono al Neolitico e all'Età del Rame e testimoniano una delle epoche più interessanti della antica civiltà sarda. Se ne contano circa 3500, distribuite in tutta l'isola con particolare concentrazione nel centro-nord. Una parte, esattamente 210, sono decorate con simboli di credenze e pratiche rituali e rappresentano una testimonianza unica della civiltà prenuragica sarda.
Il riconoscimento dell’UNESCO riguarda in particolare i monumenti ricompresi nel sito seriale “Arte e architettura della Sardegna preistorica. Le domus de janas", curato dal Centro Studi “Identità e Memoria”, con un gruppo di lavoro coordinato dalla professoressa Giuseppa Tanda.
“Il riconoscimento di Parigi arriva dopo la prestigiosa presentazione all'Esposizione Universale di Osaka, dove qualche settimana fa abbiamo potuto raccontare al mondo la nostra storia più antica”, sottolinea l’assessora Ilaria Portas. “Le domus de janas – aggiunge – sono una testimonianza di valore inestimabile della Sardegna preistorica e devono essere valorizzate al massimo perché diventino un attrattore socioeconomico per l’intera isola. Con questo obiettivo la Regione ha introdotto un finanziamento di 15 milioni che permetterà ai Comuni di realizzare interventi per garantire la messa in sicurezza, l’accessibilità e la piena fruibilità dei siti riconosciuti dall’UNESCO. Il potenziale di questi beni è enorme e noi intendiamo tramandarli nelle migliori condizioni in modo che anche in futuro continuino a raccontare la nostra storia più antica alle nuove generazioni”.